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Le major europee del settore oil & gas verso l’eolico offshore

Le rinnovabili sono in vantaggio sul fossile: +24% tra il 2021 e il 2023, i dati del rapporto IEA

L’energia pulita si sta muovendo velocemente, è evidente nelle tendenze degli investimenti. Le tecnologie pulite stanno infatti superando significativamente la spesa per i combustibili fossili, secondo quanto rileva l’ultimo rapporto dell’International Energy Agency (IEA) “World Energy Investment”. Un esempio lampante è l’investimento nel solare, che è destinato a superare per la prima volta la quantità di investimenti destinati alla produzione di petrolio. Ma importanti novità riguardano anche l’eolico offshore.

In base ai dati presentati, si prevede che gli investimenti annuali in energia pulita aumenteranno del 24% tra il 2021 e il 2023, trainati da fonti rinnovabili e veicoli elettrici, rispetto a un aumento del 15% degli investimenti in combustibili fossili nello stesso periodo. Oltre il 90% di questo aumento proviene dalle economie avanzate e dalla Cina, presentando un serio rischio di nuove linee di demarcazione nell’energia globale. C’è quindi bisogno e necessità di transizione energetica. Guidate dal solare, si prevede che le tecnologie elettriche a basse emissioni rappresenteranno circa il 90% degli investimenti nella produzione di energia. Tra le tendenze rilevate nel report, i consumatori stanno investendo in usi finali elettrificati: in particolare, le vendite di veicoli elettrici dovrebbero aumentare nel 2023 di un terzo.

Gli investimenti in energia pulita sono stati stimolati da una serie di fattori: periodi di forte crescita economica e prezzi volatili dei combustibili fossili che hanno sollevato preoccupazioni sulla sicurezza energetica, in relazione alla crisi geopolitica in Ucraina. Decisivo anche il rafforzamento del sostegno politico attraverso azioni importanti come l’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti e le iniziative sostenute in Europa.

Le major europee del fossile investono nell’eolico offshore

La pipeline di investimenti in energia pulita dalle major del fossile sta aumentando. Secondo il report dell’IEA, gli ultimi anni hanno visto le compagnie petrolifere e del gas, in particolare quelle europee, costruire un portafoglio di asset rinnovabili attraverso acquisizioni, joint venture e investimenti diretti. Oltre al solare, si sono registrati grandi movimenti nell’eolico offshore: TotalEnergies ha annunciato nel 2022 una pipeline di progetti di 6 GW di eolico offshore, portando il totale a 11 GW, Shell ha circa 9 GW in cantiere ed Equinor ha l’ambizione di installare 12-16 GW entro il 2030.

Verso questa tendenza, il potenziale di convertire le infrastrutture fossili esistenti per l’utilizzo nell’industria eolica offshore darebbe nuova vita alle piattaforme petrolifere e del gas, riducendo al contempo i costi di installazione per gli operatori di energia rinnovabile. La transizione energetica dell’industria petrolifera e del gas richiede una pianificazione a lungo termine che riduca ed elimini le emissioni di carbonio per includere progetti rinnovabili, come l’agrivoltaico e eolico offshore.

Proprio di queste fonti rinnovabili si parlerà il 28 luglio a Taranto in occasione dell’evento “Agricoltura e rinnovabili insieme per la transizione ecologica della Puglia” promosso dalla Fondazione UniVerde, dalla Società Geografica Italiana e da Coldiretti Puglia con l’obiettivo di avviare una nuova stagione di dialogo e confronto tra settore primario e industria delle rinnovabili per accelerare il percorso di decarbonizzazione. Proprio la Puglia e in particolare Taranto è stata scenario di una dalle best practice di Renexia che, grazie alla collaborazione con lo Jonian Dolphin Conservation, ha realizzato nel rispetto dei cetacei, Beleolico, il primo impianto eolico marino offshore d’Italia e dell’intero Mediterraneo.

Foto di Waldemar su Unsplash

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