IL “MODELLO” DHARAVI NELLA GESTIONE DEL COVID-19
Dharavi, lo slum di Mumbai, noto come uno degli insediamenti urbani più densamente popolati al mondo, che ospita circa 1 milione di persone in un’area di 2,1 chilometri quadrati, ha resistito alla crisi pandemica diventando un modello a cui guardare. Dopo aver registrato zero casi di Covid-19 il 2 febbraio scorso, cioè prima che iniziasse la seconda ondata nazionale, si è avuto un picco tra marzo e aprile, con una media di 70-90 nuovi casi segnalati giornalmente, fino al crollo delle nuove infezioni a fine giugno.
Il compito era davvero impegnativo. Contenere l’infezione da Covid-19 nello slum di Dharavi, dove centinaia di migliaia di persone vivono ammassate e dove vengono usati servizi igienici comuni, è stata una sfida contro il tempo per vincere la crisi sanitaria. La minaccia rappresentata dall’altissima densità di popolazione è stata arginata con misure di contenimento che si sono concentrate sul miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, sull’individuazione e la cura dei malati, sull’isolamento dei contagiati, il tracciamento e i test porta a porta e, in ultimo, sulla campagna civica vaccinale.
Inizialmente, durante lo scoppio della pandemia, è stato difficile controllare la diffusione del virus. Secondo una ricerca condotta dall’azienda municipale Brihanmincoln Corporation (Bmc), i cui dati risalgono alla prima ondata di infezioni, negli slum di Mumbai il 57% delle persone testate è risultato positivo al coronavirus. Tuttavia, anche l’Organizzazione mondiale della Sanità ha elogiato l’eccezione di Dharavi, portato successivamente a esempio come caso di studio per l’immunità comunitaria, dove gli sforzi delle autorità per promuovere rigide misure sanitarie hanno contenuto le infezioni a un livello record. Secondo i funzionari, il modello di gestione dell’emergenza sanitaria e la campagna di vaccinazione, hanno aiutato a contenere con successo la seconda ondata.
Act!onAid riferisce che secondo alcuni scienziati, anche un raggiungimento parziale dell’immunità di gregge, ha contribuito ai buoni risultati nello slum. Uno studio sugli anticorpi degli abitanti, condotto la scorsa estate, infatti, ha dimostrato che circa il 60% della popolazione di Dharavi ha sviluppato l’immunità contro il coronavirus. Anche se i virologi continuano a sottolineare che le misure sanitarie messe in atto tempestivamente hanno svolto un ruolo essenziale nel contenimento dei casi.
In questo senso, il governo statale e i funzionari locali hanno adottato fin da subito misure proattive, rapide e coordinate per prevenire l’epidemia. Il comune della città, Brihanmumbai Municipal Corporation (BMC), ha svolto un ruolo centrale. La prima clinica per la febbre è stata allestita appena tre giorni dopo il primo caso. A Dharavi è stata data la priorità rispetto ad altre parti della città e solo per questo sono stati assunti 2.450 operatori sanitari. Inoltre, medici privati, attivisti sociali, leader della comunità e organizzazioni non governative sono stati chiamati a combattere l’epidemia: è stata impartita una formazione di base sul controllo dell’epidemia agli operatori sanitari di base e sono stati utilizzati dispositivi di protezione individuale per tutto il personale coinvolto.
Insieme a queste azioni, è stata effettuata la sanificazione regolare di tutti i luoghi della comunità, compresi i servizi igienici comuni. Sono stati istituiti grandi centri di quarantena comunitari, è stato applicato un approccio vigoroso di tracciamento, monitoraggio, test e trattamento per limitare la diffusione dell’epidemia. Inizialmente, è stato effettuato lo screening porta a porta, e in seguito sono state istituite cliniche comunitarie dove i residenti si sono presentati per lo screening e i test. Particolare attenzione è stata riservata agli anziani. La maggior parte dei casi sintomatici è stata curata nei centri comunitari e solo i pazienti critici sono stati inviati agli ospedali cittadini. Infine, sono stati attuati rigorosi posti di blocco per monitorare gli ingressi e le uscite.
L’efficace contenimento dell’epidemia a Dharavi ha suscitato la speranza che con approcci proattivi, e su più fronti, la diffusione della pandemia può essere contenuta anche nelle aree con condizioni socio-economiche e con infrastrutture sanitarie più svantaggiate.
Fonti della notizia:
Immagine di copertina: Affari foto creata da jeswin – it.freepik.com