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Coronavirus e vacanze, come muoversi per limitare al minimo i rischi

Molti paesi europei e non hanno riaperto le porte al turismo, ma il virus è ancora in agguato. Vediamo come muoverci per recarsi all’estero e nella malaugurata ipotesi di risultare positivo al tampone mentre ci si trova in vacanza.

Innanzitutto, serve buon senso. Prima di prenotare una vacanza è buona norma verificare in quale situazione epidemiologica e sanitaria si trova il paese che intendiamo visitare. E’ necessario tenere in considerazione che la situazione può cambiare radicalmente nel giro di poche settimane, pertanto se decidete di prenotare con largo anticipo, può essere prudente stipulare una polizza di assicurazione che consenta di potere annullare il viaggio senza perdere denaro.

Ogni paese dispone di regole proprie per regolamentare l’ingresso ed il soggiorno dei viaggiatori provenienti dall’estero. Regole che vengono aggiornate costantemente, sulla base della situazione epidemiologica del paese che intendiamo visitare e – soprattutto – di quello dal quale proveniente il viaggiatore. E’ necessario pertanto mantenersi costantemente informati.

Per spostarsi all’interno dell’Unione Europea viene chiesto di compilare il Passenger Locator Form (PLF), un formulario che consente alle autorità di rintracciare rapidamente un viaggiatore, nel caso che sia stato esposto al possibile contagio. Per esempio se dovesse risultare positivo un passeggero di un volo aereo, grazie al PLF le autorità potranno verificare agevolmente chi era seduto nelle sue vicinanze. Oltre a questo, le varie nazioni possono prevedere la compilazione di ulteriori certificazioni, ed in alcuni casi, per chi proviene da aree considerate a rischio, potrebbe essere previsto un periodo di quarantena, di durata variabile. La quarantena inoltre, potrebbe essere richiesta anche al rientro in Italia, qualora il paese che intendiate visitare sia considerato a rischio.

L’introduzione del Green Pass, entrato in vigore in Unione Europea dal primo luglio, dovrebbe semplificare la vita dei viaggiatori e anche degli organi preposti al controllo del rispetto delle disposizioni richieste. Ma ogni nazione dispone di regole proprie. Alcune consentono l’ingresso ai viaggiatori vaccinati senza la necessità di effettuare un test anti-covid, mentre alcuni paesi continuano ad esigerlo, e nella maggioranza dei casi dovrà essere effettuato entro le 48 ore precedenti al viaggio. La negatività al test sarà un requisito richiesto anche per fare ritorno nel paese di origine. Alcuni paesi si accontentano di un più economico test antigenico rapido, mentre altri esigono il test molecolare (PCR).

Per verificare tutti i requisiti che dovrete soddisfare per viaggiare e rientrare da un determinato paese, vi consigliamo di consultare il sito viaggiaresicuri.it, a cura del Ministero degli Esteri, ma anche l’apposita sezione dedicata alle restrizioni di viaggio del noto sito Skyscanner.it, dotato di un’interfaccia semplice e intuitiva, costantemente aggiornato con le regole di viaggio previste dalle nazioni di tutto il mondo. In un momento delicato come questo, appare inoltre consigliabile stipulare una polizza di assicurazione sanitaria di viaggio che prevede specifica copertura in caso di positività al virus, in particolare se vi recate al di fuori dell’Unione Europea.

Se durante il soggiorno all’estero un cittadino risulta positivo oppure viene sottoposto a isolamento per contatti stretti con persone risultate contagiate, scatta un meccanismo che impedisce il rimpatrio del soggetto. Il green pass in tale caso viene revocato, e lo sventurato viaggiatore dovrà trascorrere un periodo di quarantena in alberghi convenzionati o altre strutture predisposte dal Paese in cui si trova. Pur essendo previste eccezioni per chi si trova all’estero per motivi di studio e per chi effettua frequenti viaggi di lavoro, le regole per il rientro in Italia sono stringenti.

I cittadini italiani che risultano positivi all’estero hanno la possibilità di mettersi in contatto con le locali autorità diplomatiche italiane (ambasciate, consolati) per verificare se sussiste la possibilità di essere rimpatriati con il supporto dell’Unità di crisi della Farnesina. Ma si tratta di una possibilità che in molti casi non risulta praticabile, ne è un esempio il caso dei giovani studenti italiani bloccati a Malta in questi giorni.

Le linee guida fornite alle nazioni dall’Organizzazione mondiale della sanità prescrivono la quarantena per i viaggiatori contagiati e per i loro contatti stretti. L’Oms raccomanda alle autorità che questa abbia luogo garantendo un trattamento dignitoso e rispettoso dei diritti umani. Viene inoltre raccomandato alle nazioni di farsi carico dei costi della permanenza, ma alcuni paesi pretendono che questi siano addebitati ai viaggiatori.

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