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Buone notizie: il panda gigante non è più a rischio estinzione

Le autorità cinesi hanno rimosso il panda gigante dall’elenco delle specie a rischio di estinzione. Gli esemplari presenti in natura sono 1.800

In un periodo difficile per l’umanità come quello attuale, alle prese con la pandemia provocata dal coronavirus e con eventi meteorologici sempre più estremi dovuti al riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici, una buona notizia arriva dalla Cina. Le autorità cinesi hanno tolto il panda gigante dalla lista delle specie a rischio di estinzione. La decisione arriva a cinque anni di distanza da quando l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) aveva assunto lo stesso provvedimento, ma all’epoca, nel 2016, il governo di Pechino contestó tale decisione, sostenendo che abbassare la guardia avrebbe potuto compromettere gli sforzi effettuati per la salvaguardia della specie.
Il panda gigante è una specie alla quale i cinesi tengono particolarmente, essendo considerato uno sei simboli della nazione. Adesso però anche le autorità cinesi ritengono che il pericolo di estinzione sia scampato, anche se la raccomandazione è quella di mantenere alta l’attenzione.

Esulta il Wwf (World wildlife fund), la famosa organizzazione internazionale di protezione ambientale, il cui emblema raffigura proprio il panda. Il Wwf è da sempre in prima linea per la difesa della specie, e ha collaborato con le autorità cinesi per creare aree protette che hanno consentito ai panda giganti di vivere e riprodursi in ambiente protetto.
L’associazione insieme ad altre organizzazioni ha contribuito a dare vita ad un innovativo sistema di protezione, basato su una rete di particolari telecamere, collegate tra loro via satellite, capaci di monitorare costantemente i panda e segnalare eventuali situazioni di rischio per la loro sopravvivenza.

Attualmente la popolazione dei panda presenti in natura si attesta sulle 1.800 unità, una quantità relativamente esigua, ma non tale da minacciare la specie di estinzione. Il numero degli esemplari infatti è aumentato nel corso degli ultimi anni, grazie a rigorosi programmi di conservazione della specie ed un serio impegno da parte delle autorità, che per salvare il panda gigante – ma non solo – hanno creato numerose riserve naturali, tutelando vaste aree di ecosistemi. Particolare attenzione è stata prestata alle foreste di bambù, che rappresentano il cibo d’elezione della specie.

Il colosso asiatico, pur risultando spesso poco virtuoso in merito all’inquinamento industriale, dispone di poco meno di 12mila riserve naturali, con un’estensione complessiva pari al 18% del territorio nazionale. Questo ha consentito di mettere fine alla deforestazione e alla conseguente perdita di habitat che aveva messo a rischio la specie, che purtroppo deve fare i conti anche con il bracconaggio, pratica quest’ultima che il governo cinese contrasta con fermezza.

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