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WhatsApp bannerà gli account di chi installa queste applicazioni

Palo Alto sceglie la linea dura nei confronti delle app di terze parti che interagiscono con WhatsApp: gli account degli utilizzatori saranno disattivati temporaneamente ed in seguito potrebbero essere eliminati definitivamente

WhatsApp ha dichiarato guerra alle app prodotte da terze parti che vengono utilizzate per gestire e aggiungere funzionalità al noto servizio di messaggistica istantanea. Lo rende noto la stessa società, che tramite il sito ufficiale informa che in una prima fase gli utilizzatori riceveranno una sospensione temporanea del servizio, ma qualora gli utenti non provvedano a tornare ad usare l’applicazione originale, il loro account “potrebbe essere definitivamente sospeso”.

Le app messe al bando

Nello specifico, WhatsApp si riferisce ad applicazioni come “WhatsApp Plus“, “GB WhatsApp” e altre app che permettono di spostare le chat da un telefono all’altro, oppure sono versioni alterate dell’applicazione, che offrono agli utenti un maggiore livello di personalizzazione e altri strumenti non disponibili nella versione ufficiale. Tuttavia, WhatsApp ritiene che queste applicazioni violino i suoi termini di servizio e le condizioni d’uso, e sostiene che il loro uso non sarebbe sicuro.

Queste applicazioni non ufficiali sono state progettate da terze parti in violazione dei nostri Termini di servizio. Non supportiamo queste applicazioni di terze parti in quanto non possiamo verificare le loro procedure di sicurezza“, riporta il sito ufficiale di WhatsApp.

Occhio alle truffe

Oltre alle app di terze parti in questione, usate per aggiungere funzionalità all’applicazione originale, negli anni abbiamo assistito al diffondersi di numerose app truffaldine, che per indurre gli utenti ad installarle sui propri dispositivi sfruttano il nome di app famose come WhatsApp – o altre – promettendo funzionalità che in realtà non sono in grado di offrire. Talvolta vengono diffuse mediante l’invio di link per scaricarle, ma in alcuni casi i truffatori riescono persino ad inserirle negli app store, dove prima di essere rimosse mietono centinaia, se non migliaia, di vittime.

L’ultimo caso famoso, risalente ad aprile scorso, è quello di “WhatsApp pink“, un malware che metteva in pericolo i dati personali degli incauti utenti che decidevano di installare tale app. Inoltre”WhatsApp pink” si impossessava della rubrica, inviando autonomamente ai contatti del malcapitato messaggi per indurli a loro volta ad installare l’app e continuare la catena. Per evitare di incorrere in spiacevoli sorprese, è buona norma installare solamente app di provenienza sicura e verificata, diffidando in modo particolare di quelle non presenti negli app store, che nonostante non siano sempre affidabili al 100%, esercitano comunque un controllo sulle app che propongono agli utenti.

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