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Migliaia di italiani sono ancora bloccati in Usa dall’inizio della pandemia

Il ‘travel ban’ imposto da Donald Trump nel 2020 è ancora attivo, e migliaia di cittadini italiani ed Europei si ritrovano di fatto bloccati in America.

La questione è emersa grazie ad un articolo di Stella Saccà, blogger de “Il Fatto Quotidiano”, nonché cittadina italiana che vive negli Stati Uniti, dove si trova praticamente bloccata sin dall’inizio della pandemia. Una condizione che riguarderebbe alcune migliaia di connazionali. Tutto ha avuto inizio nel marzo del 2020, quando l’ex presidente Donald Trump, tra le varie misure per contrastare la circolazione del nuovo coronavirus, impose un “travel ban” che vieta l’ingresso negli Stati Uniti a chi nei 15 giorni precedenti ha soggiornato in determinati paesi, tra i quali figurano tutti quelli della zona Schengen.

La misura introdotta da Trump è perentoria, e non tiene in considerazione i cambiamenti della situazione epidemiologica dei paesi inclusi nella lista, che dal momento della sua introduzione le autorità americane non hanno praticamente mai aggiornato. Questo comporta che turisti e stranieri residenti negli Usa possessori di visti “non immigranti“, qualora escano dal paese, per rientrarci debbano trascorrere un periodo di almeno 15 giorni in un paese terzo non incluso nell’elenco delle nazioni soggette al travel ban. Un ostacolo non di poco conto, che non tutti possono o vogliono affrontare, per mancanza delle risorse economiche necessarie, ma anche perché non se la sentono di soggiornare in paesi come Messico o Turchia, dove si verificano molti più casi di contagio giornalieri di quanti se ne verifichino in Italia e negli altri paesi Schengen inclusi nella lista.

Il travel ban non “blocca” solo i connazionali presenti in America con un visto “non immigrante” che vorrebbero viaggiare in Italia per fare visita ai propri familiari o per altri motivi, ma anche i connazionali che avevano lasciato gli Stati Uniti prima dell’imposizione del travel ban, e che a causa di questo non possono fare rientro nelle città americane in cui vivono.

Così mentre i paesi europei hanno riaperto le porte ai passeggeri provenienti dagli Stati Uniti anche per finalità turistiche, moltissimi cittadini europei saranno costretti a trascorrere la seconda estate consecutiva in America, senza potersi ricongiungere con i propri familiari nel periodo delle vacanze. Si tratta di cittadini europei con regolare visto di lavoro, i cui figli frequentano le scuole americane. Persone che possiedono case o attività commerciali, e che pagano le tasse negli Stati Uniti. Nella maggioranza dei casi non vedono i loro familiari sin da prima dell’inizio della pandemia.

Molte persone tra l’altro, possono viaggiare solo nel periodo delle vacanze estive, pertanto se il travel ban non sarà rimosso entro breve, saranno costrette a rimandare il proprio viaggio alla prossima estate, arrivando a quasi tre anni di assenza dalla propria famiglia di origine. In molti si sono mobilitati per cercare di sbloccare la situazione, organizzando petizioni o chiedendo aiuto a testate giornalistiche internazionali. Dozzine di email sono state inviate alla Casa Bianca, alle ambasciate e alle istituzioni italiane, ma fino ad oggi nulla è cambiato, e non ci sono prospettive certe.

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