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MIELE E CLIMA PAZZO, IN ITALIA RACCOLTO CROLLA DEL 30%

Difficoltà delle api a raccogliere il nettare è indicatore dello stato di salute dell’ambiente. Boom di acquisti nei supermercati con la svolta salutista degli italiani, spinta dalla pandemia. Ma le complicazioni agli alveari è un problema per la biodiversità.

Tra siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e fenomeni di gelate in piena primavera, che hanno distrutto le fioriture compromettendo pesantemente il lavoro delle api, in questo 2021 è crollata la produzione di miele in Italia di almeno il 30%.

È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati della banca dati dell’European Severe Weather Database (ESWD).

Il crollo dei raccolti riguarda tutti i tipi di miele, dall’acacia agli agrumi, rispetto alla produzione media annuale nazionale di 25 milioni di chili. Non solo. Le difficoltà delle api nel raccogliere il nettare, e i gravi problemi agli alveari, rappresentano una grave minaccia per la biodiversità, considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori.

Secondo la FAO, 3 colture alimentari su 4 dipendono, infatti, in una certa misura, dall’impollinazione dalle api, e tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni. Le anomalie meteorologiche, che si sono registrate in inverno, con temperature sopra la media, e in primavera, con fenomeni di gelate, lungo tutta la Penisola, hanno ostacolato l’attività di bottinatura delle api. Per salvare le quali, precisa la Coldiretti, sono stati somministrati sciroppi a base di zucchero o miele con un intervento straordinario e costoso da parte degli apicoltori.

Il danno economico e ambientale che ha colpito il Paese è elevato, soprattutto in una fase in cui la svolta salutista degli italiani, per effetto della pandemia, ha portato all’aumento del 13% degli acquisti familiari di miele nel 2020 ma sugli scaffali dei supermercati italiani già più di 1 vasetto di miele su 2 viene dall’estero, con una produzione nazionale stimata pari a 18,5 milioni di chili nel 2020. Per evitare di portare a tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, il consiglio è quello di verificare con attenzione l’origine in etichetta

Esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.

Immagine di copertina: Fiore foto creata da jcomp – it.freepik.com

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