L’acqua in bottiglia è insostenibile per il pianeta: è quanto emerge da un approfondito studio che ha preso in considerazione l’impatto ambientale dell’intera filiera, dalle materie prime al trasporto fino allo smaltimento.
Bere acqua in bottiglia è una consuetudine radicata nella maggioranza dei cittadini italiani e occidentali da molti anni. Anche se varie analisi effettuate nel corso degli anni hanno stabilito che non sempre è così, l’acqua imbottigliata è ritenuta più sicura e di migliore qualità di quella che esce dai rubinetti delle abitazioni, tuttavia l’impatto che questa abitudine ha sul pianeta non è trascurabile.
I ricercatori del “Barcelona Institute for Global Health” (ISGlobal) hanno analizzato l’impatto che il consumo di acqua in bottiglia nella città catalana, dove il suo consumo è in costante aumento, nonostante la qualità dell’acqua pubblica negli ultimi anni sia notevolmente migliorata. Hanno stabilito che questa ha un impatto sulle risorse naturali ben 3.500 volte superiore a quello dell’acqua del rubinetto. Per capire le dimensioni del fenomeno, basta pensare che la produzione di acqua in bottiglia per il solo mercato degli USA richiede ogni anno 1,5 milioni di barili di petrolio, una quantità superiore a quella necessaria per alimentare centomila abitazioni.
Secondo la ricerca condotta da ISGlobal, se ogni abitante della città di Barcellona consumasse acqua in bottiglia, il costo delle materie prime ammonterebbe, in termini economici, ad oltre 70 milioni di euro, mentre in termini ambientali questo provocherebbe la perdita di 1,43 specie animali ogni anno. Questo si tradurrebbe anche in un impatto sugli ecosistemi 1.400 volte superiore, e un costo in termini di risorse addirittura 3.500 volte maggiore per l’ambiente, rispetto a se tutti i cittadini di Barcellona bevessero solo acqua del rubinetto.
Cristina Villanueva, ricercatrice dell’ISGlobal e autrice principale dello studio, raccomanda maggiore impegno sul piano della sensibilizzazione dei cittadini, mediante campagne informative ed educative volte a dimostrare come i benefici per la salute derivanti dal consumo di acqua in bottiglia siano minori rispetto all’entità dell’impatto che questa abitudine ha sull’ambiente. La studiosa raccomanda inoltre di migliorare l’accesso all’acqua pubblica, mediante fontane pubbliche dalle quali è possibile approvvigionarsi riciclando i recipienti, senza la necessità di acquistarli. Alla base del successo dell’acqua in bottiglia, secondo la ricercatrice, ci sono valide campagne di marketing condotte dai produttori, i quali hanno convinto i cittadini che consumare acqua imbottigliata sia una buona scelta. “Abbiamo bisogno dello stesso impegno anche in senso opposto”, ha affermato la ricercatrice.
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