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Il mercato di squali e razze mette a rischio le specie: servono delle regole

Tra i paesi esportatori e quelli importatori, sono più di 200 le nazioni attive nel commercio di squali e razze, per un volume d’affari che a livello mondiale tra il 2012 e il 2019 ha superato quota 2,2 miliardi di euro. A renderlo noto è il Wwf, che recentemente ha pubblicato un dettagliato report di 34 pagine intitolato “The shark and ray meat network: a deep dive into a global affair“. Il documento, liberamente scaricabile, evidenzia come oltre 1.200 specie tra squali e razze siano attualmente in pericolo di estinzione, e accusa l’Unione Europea, “responsabile di oltre il 20% del mercato legale di carni di squalo”. Il report pone sotto accusa in particolare Spagna e Italia, che rappresentano rispettivamente il primo paese esportatore ed il principale importatore.

Il Wwf ha collaborato con una equipe di ricercatori, con lo scopo di analizzare accuratamente il mercato mondiale di squali e razze, in modo da stabilire non solo quali siano i principali paesi dediti a questo commercio, ma anche chi sono gli intermediari che fanno la parte del leone in questo mercato. Il documento del Wwf evidenzia in modo chiaro quali siano gli interventi necessari a livello internazionale per fermare la diminuzione delle popolazioni di squali e razze, ed invoca maggiore trasparenza ed un sistema di tracciabilità quali elementi fondamentali per raggiungere lo scopo.

Il nostro paese nel periodo 2009 – 2019 risulta essere stato il principale importatore di carni di squalo, per un volume totale di 89mila tonnellate e un valore di poco inferiore ai 300 milioni di euro. Nel periodo di riferimento il commercio di carne di squalo dalla Spagna all’Italia è risultato essere uno dei principali al mondo in termini quantitativi, seguito da Francia e Croazia.

Passando al setaccio i dati relativi all’anno 2017, si evince che la maggior parte delle importazioni di carni di squalo e razza riguarda prodotti congelati. Le principali specie commercializzate sono spinaroli, squali pelagici, razze e pinne di squalo. Nel nostro paese il consumo di carni di squalo e razze è elevato, e paghiamo un prezzo superiore alla media per questi prodotti.

Il commercio ed il consumo alimentare di queste tipologie di pesci, più diffuso di quanto possiamo pensare, finisce per peggiorare la situazione di alcune specie che si trovano a rischio di estinzione. Per questo motivo il Wwf chiede che siano predisposti con urgenza regolamenti che rendano più sostenibile la pesca, ma servono anche regole per la tracciabilità del prodotto, per garantire che l’approvvigionamento avvenga da stock ittici gestiti in modo appropriato e legale, evitando che le specie protette possano finire sul mercato.

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