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Green Pass, Coldiretti: ‘niente ristorante per 1 italiano su 4’

Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, ha analizzato l’impatto che avrà sugli esercenti del settore ristorazione la decisione del governo di rendere obbligatorio il green pass per consumare pasti nel loro interno. La misura, introdotta per scongiurare nuove chiusure, secondo l’organizzazione agricola riguarderà circa 360mila tra ristoranti, pizzerie, trattorie e agriturismi, dei quali solo poco più della metà dispongono di tavoli all’esterno. La maggiore flessibilità concessa in merito all’uso del suolo pubblico ha contribuito ad aumentare il numero dei posti disponibili.

La decisione di consentire di consumare pasti all’interno dei locali, a partire dal 6 agosto, solo a quanti hanno ricevuto almeno una dose di vaccino o sono guariti dalla malattia, allo stato attuale lascia fuori poco più di un italiano su 4, pari al 26% del totale, che potranno accedere solo dopo avere effettuato un tampone che ne attesta la negatività al virus. Numeri che sono destinati a diminuire con l’avanzamento della campagna vaccinale.

Coldiretti segnala che ad essere in difficoltà saranno principalmente i locali ubicati nei centri urbani che si affacciano su strade trafficate, mentre gli agriturismi hanno a disposizione ampie aree all’aperto, che permettono di garantire il distanziamento e possono essere usufruiti senza la necessità di esibire il green pass. Oltre alla diminuzione della clientela italiana a preoccupare l’organizzazione agricola è l’assenza del turismo straniero, che nonostante l’ottimismo iniziale, ha registrato una brusca frenata dovuta all’aumento dei casi di contagio in Europa.

Coldiretti sottolinea come la ristorazione sia uno dei settori più danneggiati dalla pandemia, in un contesto in cui i consumi alimentari fuori casa degli italiani sono scesi al minimo da almeno un decennio. Una situazione che ha provocato a bar, ristoranti, trattorie e agriturismi una perdita del fatturato globale nell’ordine del 48%, per una cifra totale di poco meno di 41 miliardi di euro nel 2020.

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