AmbienteBlogDal mondoEnergie Rinnovabili

Spagna, legge sul cambiamento climatico: le grandi città preparano le restrizioni al traffico

La nuova legge sul cambiamento climatico obbliga 149 città con più di 50.000 abitanti a creare zone a basse emissioni prima del 2023. 

La legge sul cambiamento climatico approvata a maggio obbliga le 149 città con più di 50.000 abitanti in Spagna a creare zone a basse emissioni prima del 2023. Le 15 città più popolose del Paese – ad eccezione di Barcellona, ​​che già applica delle limitazioni – stanno lavorando per creare nuove restrizioni al traffico nei loro centri storici, come confermato dai vari portavoce comunali.

Il Ministero della Transizione Ecologica, ha anticipato al quotidiano spagnolo El País, conta di comunicare a settembre le caratteristiche richieste per queste aree, mentre il Ministero dei Trasporti presenterà a breve un aiuto di 1.500 milioni di euro affinché i Comuni possano organizzare questi spazi.

Le zone a bassa emissione (LEZ) sono aree, per lo più situate nei centri cittadini, dove è vietato l’accesso ai veicoli più inquinanti per migliorare la qualità dell’aria. Per questo, verrà preso in considerazione il sistema di etichettatura della Direzione generale del traffico (DGT): le auto a benzina immatricolate prima del 2000 e le auto diesel prima del 2006 non hanno un’etichetta. L’etichetta B corrisponde alle auto a benzina dal 2000 al 2006 e diesel dal 2006 al 2013. Etichetta C per benzina dopo il 2006 e diesel dopo il 2014. La categoria Eco: ibridi in generale. Zero: elettrico o ibrido con un’autonomia di oltre 40 chilometri.

La LEZ di Barcellona, ​​l’unica attualmente attiva in Spagna, opera dal 2020 in un’area molto più ampia (95 chilometri quadrati che comprendono anche Cornellá, Espluges, L’Hospitalet e Sant Adrià) ma limita la circolazione solo ai veicoli senza etichetta dalle 7.00 alle 20.00 dei giorni feriali.

Madrid conta già entro questa stessa estate di approvare la sua nuova ordinanza sulla mobilità.

Valencia sta già lavorando per ridurre l’uso dei veicoli privati ​​in città, anche se si attendono ancora indicazioni dal ministero prima di presentare un piano concreto.

Siviglia ha appena approvato a giugno un nuovo piano di mobilità la cui priorità è stabilire una zona a basse emissioni sull’isola di La Cartuja – nell’area del parco scientifico e tecnologico – e, in seguito, altre due nel centro storico e nella zona di Triana, dove l’anno prossimo verranno installate telecamere per il controllo degli accessi.

Saragozza sta elaborando una nuova ordinanza che delineerà la sua futura zona a basse emissioni, ancora da decidere, anche se è probabile che includerà il centro storico tra la riva destra dell’Ebro e le passeggiate María Agustín e la Constitución.

Malaga, la sesta città della Spagna per popolazione, conferma che sta già sviluppando una propria zona a basse emissioni, che partirà dal centro e sarà ampliata gradualmente.

Las Palmas de Gran Canaria ha già tre piccole zone a traffico limitato (Mesa y López, Vegueta e Triana), a cui possono accedere solo i residenti, e l’anno prossimo ne aggiungerà un’altra nel quartiere di Alcaravaneras.

Bilbao sta lavorando all’iniziativa, ancora senza un’area definita, che lancerà nel 2023.

L’obiettivo generale della legge sul cambiamento climatico è far sì che la Spagna elimini quasi completamente i suoi gas serra entro la metà di questo secolo. Si intende quindi che il paese possa adempiere ai suoi impegni internazionali, come l’accordo di Parigi. E questo significherà l’abbandono dei combustibili fossili e una completa trasformazione dell’economia. Per raggiungere questo obiettivo nel 2050, il regolamento stabilisce una serie di obiettivi intermedi e misure concrete per questo decennio.

Tra questi, al 2030 si punta a ridurre del 23% le emissioni globali del Paese rispetto al 1990 con una penetrazione delle energie rinnovabili nel consumo finale di energia di almeno il 42% (contro l’attuale 20%). Inoltre, entro la fine di questo decennio dovrebbe essere realizzato un sistema elettrico con almeno il 74% di generazione da fonti rinnovabili (contro il 40% attuale).

L’obiettivo di riduzione delle emissioni del 23% è stato fissato dal Ministero per la Transizione Ecologica più di due anni fa, prima della pandemia e, soprattutto, prima del piano di rilancio europeo, che mira in gran parte ad accelerare la decarbonizzazione dell’economia comunitaria.

FONTE: EL PAÍS

Immagine di copertina: Città foto creata da rawpixel.com – it.freepik.com

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button