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Rendere il corno dei rinocerenti ‘radiattivo’ per salvarli dall’estinzione

Si tratta di un estremo tentativo per contrastare in modo efficace il bracconaggio, che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza della specie.

Lo scorso mese un gruppo di scienziati ha dato vita ad un particolare programma, denominato “Progetto Rhisotope”, attualmente in via di sperimentazione, che consiste nell’inoculare all’interno del corno dei rinoceronti una sostanza che dovrebbe permettere di rendere più agevole individuare parti di corno di rinoceronte trafficate illegalmente. L’obiettivo è quello di ottenere uno strumento che consenta maggiore incisività per contrastare bracconieri e trafficanti, che nonostante rischino in alcuni paesi pene detentive molto alte, vanno avanti nella loro azione, che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza delle cinque specie di rinoceronte esistenti.

Il commercio di corni di rinoceronti è proibito dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) dalla fine degli anni settanta, ma il loro commercio è proseguito al mercato nero. Secondo stime attendibili, ogni anno sono centinaia i rinoceronti che vengono uccisi per estrarre loro il corno. Secondo i dati resi noti dal governo sudafricano, nel 2020 sono stati uccisi nel paese poco meno di 400 esemplari, su una popolazione totale di 20mila.

Il fenomeno riguarda anche altri paesi africani e alcuni paesi asiatici, ed è dovuto all’elevato valore che i corni hanno nel mercato nero, dove vengono venduti a prezzi superiori ai 50mila euro al chilo. Al corno vengono attribuite proprietà mediche miracolose, per esempio ci sono cultori della medicina tradizionale cinese che ritengono che possa guarire persino i tumori.

I dettagli del programma

Il “Progetto Rhisotope” è finanziato dalla “Russian State Atomic Energy Corporation” (ROSATOM), e vi prendono parte un gruppo di scienziati dell’Università di Witswatersrand di Johannesburg, in Sudafrica, e alcune persone che possiedono dei rinoceronti. I ricercatori hanno inserito una particolare sostanza radioattiva nei corni di due esemplari di rinoceronte, per verificare se la sostanza resterà localizzata nel corno oppure entrerà in circolazione nell’organismo. La sperimentazione servirà anche per stabilire la quantità di sostanza che potrà essere applicata per scongiurare che possa provocare problemi di salute agli animali.

Una volta che i corni dei rinoceronti saranno contaminati anche da una quantità minima del materiale radioattivo, i corni diverranno facilmente rilevabili da appositi sensori, che potranno essere installati negli aeroporti, in altri luoghi strategici o magari usati sotto forma di scanner. Inoltre il fatto che sia applicata la sostanza radioattiva dovrebbe avere un effetto dissuasivo nei confronti di coloro che intendono ingerirli per uso “medico”.

Se la sperimentazione dovesse avere esito positivo, la lotta ai bracconieri potrebbe dotarsi di un sistema capace di scoraggiare tanto i trafficanti quanto i consumatori finali.

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