Energie Rinnovabili

Novità dal mondo sul mercato dell’eolico offshore: le news da USA e UK

Il progetto Empire Wind, al largo di New York e del New Jersey, alimenterà 700.000 case e sostiene l’obiettivo dell’Amministrazione Biden di realizzare 30 GW di capacità di energia eolica offshore entro il 2030.
Governo UK ha aumentato di circa due terzi i sussidi agli sviluppatori di tecnologica offshore al sesto round che si terrà nel 2024.

Mercoledì 13 dicembre alle ore 17.00 in diretta streaming: “ReNew Energies: indipendenza energetica sostenibile” e presentazione 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” di Fondazione UniVerde, Noto Sondaggi con il sostegno di Renexia. Nuovi dati sul quadro energetico auspicato per l’Italia e la visione degli italiani.

Gli Stati Uniti d’America hanno approvato il progetto eolico offshore Empire Wind. Si tratta del sesto via libera su scala commerciale sotto la guida del presidente Biden. L’annuncio sostiene l’obiettivo degli USA di realizzare 30 GW di capacità eolica offshore entro il 2030.

La proposta è quella di sviluppare due impianti, noti come Empire Wind 1 ed Empire Wind 2. L’area individuata si trova a circa 20 chilometri a sud di Long Island, NY, e a 27 chilometri ad est di Long Branch, NJ. I due progetti includeranno fino a 147 turbine eoliche con una capacità totale di 2.076 MW di energia rinnovabile che, secondo le stime del Bureau of Ocean Energy Management (BOEM), potrebbero alimentare più di 700.000 case ogni anno. I progetti sosterrebbero oltre 830 posti di lavoro, durante la fase di costruzione, e altri circa 300 nel corso della fase operativa.

Dall’insediamento dell’amministrazione Biden-Harris, il Dipartimento degli Interni ha approvato i primi sei progetti di energia eolica offshore su scala commerciale. Il BOEM ha già tenuto quattro aste di locazione di impianti eolici offshore, che hanno fruttato circa 5,5 miliardi di dollari di offerte, tra cui le prime vendite in assoluto al largo delle coste del Pacifico e del Golfo del Messico.

Il Bureau sta inoltre portando avanti il ​​processo di esplorare ulteriori opportunità per lo sviluppo dell’energia eolica offshore nel Golfo del Maine, nell’Oregon e lungo la costa atlantica centrale. Il Dipartimento ha inoltre adottato misure per evolvere il proprio approccio all’eolico offshore per orientarsi verso progetti da realizzare in accordo con i sindacati e con catene di fornitura specializzata su base nazionale.

Il Regno Unito verso il sesto round di asta per l’eolico offshore

Dall’altro lato dell’Atlantico il governo del Regno Unito ha concordato di aumentare il prezzo di partenza per i sussidi all’eolico offshore di circa due terzi (66%), portandolo a 73 sterline (84 euro) per MWh. L’obiettivo è quello di sostenere più progetti alla luce di costi più elevati.

La decisione giunge dopo che nessun sviluppatore di eolico offshore ha presentato offerte nell’ultima tornata di asta, tenutasi all’inizio dell’anno: il governo aveva fissato il prezzo a 44 sterline per MWh, in calo rispetto alle 46 sterline dell’asta precedente. Questo, nonostante il settore industriale avesse già sollecitato una revisione dei tetti massimi, a causa dell’inflazione e di altri costi crescenti associati alla realizzazione di nuovi progetti.

Sempre in vista del sesto round di asta, il governo britannico ha confermato l’aumento del prezzo massimo anche per altre tecnologie di energia rinnovabile. Gli sviluppatori di potenziali progetti eolici galleggianti potranno fare offerte fino a 176 sterline (202 euro) per MWh, rispetto ai 116 nell’ultima asta, mentre anche il prezzo massimo per progetti geotermici, solari e mareomotori è stato aumentato rispettivamente del 32%, 30% e 29%.

Le aste rappresentano il metodo principale utilizzato dalle strutture governative per sostenere l’energia rinnovabile. Sono progettate per supportare la generazione di elettricità a basse emissioni di carbonio, fornendo protezione diretta rispetto alla volatilità dei prezzi all’ingrosso per gli sviluppatori che lavorano su progetti con costi iniziali elevati e lunga durata. Le aste tutelano inoltre i consumatori dal pagamento di maggiori costi di sostegno quando i prezzi dell’elettricità raggiungono livelli considerevoli.

In Italia, anche per via delle indiscrezioni e delle dichiarazioni di alcuni Paesi durante la COP28 si riapre il dibattito sulle politiche energetiche. Il 13 dicembre, in diretta streaming su Radio Radicale e sulle pagine FB di TeleAmbiente e Fondazione UniVerde la presentazione del 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” che la Fondazione di Alfonso Pecoraro Scanio ha realizzato insieme a Noto Sondaggi con il sostegno di Renexia.

Lo spaccato sull’opinione degli italiani in merito alla transizione energetica saranno rappresentate nel 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy”, promosso dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi con la main partnership di Renexia. La nuova rilevazione, che scandaglia la visione degli italiani in merito al quadro energetico auspicato per il futuro del nostro Paese, verrà presentata il 13 dicembre in diretta streaming dagli studi dall’Agenzia di Stampa Italpress, in occasione del convegno “ReNew Energies: indipendenza energetica sostenibile”.

Il Rapporto fornirà un importante aggiornamento sulle opinioni degli italiani in materia di indipendenza e sicurezza energetica sostenibili. Saranno aggiornati anche i trend di gradimento non solo su energia solare ed eolico offshore, efficienza e autoconsumo ma anche integrazione architettonica delle rinnovabili, economia circolare e green & blue economy.

Le fonti rinnovabili sono disponibili e devono ancora essere pienamente sfruttate. L’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) stima che entro il 2050 il 90% dell’elettricità mondiale potrà provenire da energie rinnovabili. Emerge dunque la necessità di avviare nuove sinergie ed orientare nuovi investimenti nella ricerca, nelle competenze e nell’innovazione per favorire impianti rinnovabili in coesistenza con il paesaggio: in particolare, fotovoltaico sulle coperture degli edifici per evitare ulteriore spreco di suolo e sviluppo di eolico offshore con sistemi integrati per il monitoraggio e la tutela della biodiversità marina e lungo le rotte migratorie. Infrastrutture verdi che vanno nella giusta direzione di una transizione energetica rispettosa dell’ambiente, a vantaggio del turismo e dell’economia costiera.

Mission del Rapporto, giunto alla 21° rilevazione, è quella di porre l’attenzione del Governo, degli esponenti delle istituzioni nazionali e locali, e dei produttori di energia, verso le preferenze dei cittadini in tali ambiti.

Foto di Reegan Fraser su Unsplash

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