Energie Rinnovabili

Nel Mare del Nord il primo hub energetico sottomarino per l’energia eolica offshore

Il progetto pilota sarà collaudato nell’impianto di prova del METCentre, in Norvegia: l’obiettivo è ridurre i costi e le complessità associate agli impianti galleggianti.

L’eolico offshore è sempre più apprezzato anche in Italia e riconosciuto quale tecnologia capace di dare sicurezza energetica al Paese.

La Norvegia sperimenterà quello che viene indicato come il primo sistema di interconnessione elettrica sottomarina per parchi eolici offshore galleggianti, con il potenziale di ridurre i costi delle infrastrutture di trasmissione fino al 10%. Il collettore, denominato Subsea Collector, sarà implementato presso l’impianto di prova del Marine Energy Test Center (METCentre), centro leader a livello mondiale per i test sull’energia eolica offshore, situato a 10 chilometri al largo della costa sud-occidentale di Karmøy.

L’impianto dispone attualmente di due turbine eoliche galleggianti, ma l’intenzione è di espandere l’area di prova a sette turbine a partire dal 2026. Le componenti principali del Subsea Collector sono rappresentate da un sistema di connessione wet-mate da 66 kV, capace di trasferire alimentazione tra due dispositivi subacquei; quadri sottomarini con controllo di supervisione e acquisizione dati e un cavo di esportazione statico. Il sistema, connesso a un hub centrale, collega elettricamente più turbine eoliche in una configurazione distintiva “a stella” anziché il tradizionale schema “a catena”: una disposizione che fornirebbe maggiore flessibilità nell’architettura e nella costruzione dei parchi eolici offshore con tecnologia galleggiante. Si ritiene inoltre che il design del sistema consenta una lunghezza ridotta dei cavi per turbina e costi di installazione inferiori. I calcoli iniziali indicano che è possibile ottenere risparmi sui costi fino al 10% su un parco eolico galleggiante da 1 GW.

In un panorama energetico in evoluzione, lo sviluppo delle tecnologie green è cruciale insieme alla garanzia di sostenibilità ambientale e sociale degli impianti rinnovabili. Tuttavia, le prospettive per le transizioni energetica, ecologica e digitale dipendono da molteplici variabili e interdipendenze. Le incertezze sull’evoluzione dei costi delle materie prime, dei materiali e la sempre più urgente semplificazione dei processi autorizzativi si traducono, nel caso italiano, nella necessità di normative e incentivi in grado di sostenere con convinzione la decarbonizzazione dell’economia. Se il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi europei appare sempre più impegnativo, l’aspettativa è che il solare fotovoltaico e l’eolico offshore contribuiscano insieme, e in maniera crescente, alla quota maggiore del mix energetico nazionale.

Eolico offshore per la sicurezza energetica del Paese: italiani super favorevoli.

Per accelerare la transizione energetica, la Direttiva europea è stata recentemente aggiornata: il nuovo obiettivo al 2030 prevede infatti che le rinnovabili rappresentino una quota del 42,5% del mix energetico totale dell’UE, con l’obiettivo di puntare al 45%, uno sforzo in più per la salute del Pianeta rispetto al precedente obiettivo del 40%.

Saranno dunque necessari ulteriori interventi per incrementare lo sviluppo delle rinnovabili anche nel nostro Paese dove, per una rapida uscita dalla stagione dei fossili, l’eolico offshore è apprezzato dal 90% degli intervistati, a patto che si rispettino l’ambiente e la natura e che si sostenga l’economia locale delle aree ospitanti. È questa una delle maggiori evidenze del 21° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy”, realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati presentati il 14 dicembre scorso all’evento trasmesso in diretta streaming “ReNew Energies: indipendenza energetica sostenibile”, organizzato con la main partnership del player internazionale Renexia.

Vero e proprio consenso unanime per questa tecnologia che viene ritenuta dagli italiani l’asset strategico capace di garantire al nostro Paese il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di transizione energetica.

In base al giudizio espresso dagli intervistati, infatti, l’eolico offshore è una tecnologia capace di dare sicurezza energetica all’Italia e sarebbe importante incentivarla (76%) incoraggiandone lo sviluppo mediante la velocizzazione dei tempi di autorizzazione (42%), aumentando i fondi a disposizione (39%), costituendo una filiera locale e nazionale per la produzione dei componenti quali turbine etc. (32%), favorendo la realizzazione degli impianti di grandi dimensioni (22%), investendo nello sviluppo di infrastrutture portuali (18%).

Foto di Jan Kopřiva su Unsplash

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