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Green pass, le ipotesi allo studio e cosa potrebbe cambiare

Nei prossimi giorni la “cabina di regia” deciderà in merito all’estensione dell’uso del green pass: l’ipotesi più accreditata prevede l’adozione del ‘modello Macron’, ma con minori restrizioni.

Nella giornata di ieri nel nostro paese sono stati registrati 2898 nuovi casi su 205.602 tamponi effettuati, mentre i decessi sono stati undici. Il tasso di positività si è attestato all’1,4%. Non si interrompe dunque il trend di peggioramento dei dati iniziato ormai da diversi giorni. In crescita anche i ricoveri in terapia intensiva, che attualmente sono 161, mentre i ricoveri nei reparti ordinari, attualmente 1.088, sono cresciuti di una sola unità.

A preoccupare il governo è la diffusione della variante Delta, la cui incidenza è in costante aumento e potrebbe divenire prevalente nel giro di poche settimane. L’Oms nei giorni scorsi ha avvisato i governi che nonostante gli sforzi compiuti a livello nazionale e globale, “la pandemia non è finita”, e continua ad evolversi. Attualmente le varianti che suscitano la preoccupazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità sono quattro, ma esiste la concreta possibilità che in futuro ne emergano di nuove, “forse più pericolose e difficili da controllare“.

In occasione della prossima “cabina di regia“, prevista per l’inizio della prossima settimana, sarà valutata la possibilità di promulgare un decreto per estendere l’uso del green pass su modello francese, ma probabilmente con minori restrizioni. Il governo è alla ricerca di una sintesi tra le posizioni assunte in merito dalle forze politiche che lo compongono, in un contesto che vede PD, Italia Viva e parte di Forza Italia favorevoli al “modello Macron“, mentre i Cinque Stelle frenano e ritengono prematuro il provvedimento, e Salvini che si è espresso contro tale ipotesi.

Green pass: le ipotesi più accreditate

La “certificazione verde” potrebbe divenire un requisito obbligatorio per entrare allo stadio, ai concerti, nelle discoteche e nelle palestre, per viaggiare in aereo e nei treni di lunga percorrenza, ma a differenza di quanto deciso dal governo francese, bar e ristoranti resterebbero esclusi dal provvedimento, almeno per il momento. Queste sono le ipotesi al momento più accreditate, ma non è da escludere che possano esserci sorprese. Il decreto dovrebbe essere licenziato entro la fine del mese.

Il green pass potrebbe divenire necessario per viaggiare a bordo di treni a lunga percorrenza e in aereo, ma non per accedere a bus e metropolitane, per le quali dovrebbero restare in vigore le attuali disposizioni. Per quanto riguarda i ristoranti al chiuso, per il momento dovrebbero rimanere esclusi dal provvedimento, ma qualora il numero dei contagi dovesse raggiungere livelli più allarmanti, la misura potrebbe entrare in vigore per scongiurare nuove chiusure. Per quanto concerne l’ingresso negli stadi, ma anche ai concerti e altri eventi pubblici di grande affluenza, l’introduzione dell’obbligo del green pass potrebbe eliminare i limiti alla capienza attualmente previsti.

Le posizioni dei partiti di governo

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto al governo di accelerare, alla luce di quanto sta accadendo in altri paesi, come Regno Unito e Spagna, dove ieri sono stati registrati rispettivamente 51,870 e 31,060 nuovi casi di contagio.
Il Movimento 5 Stelle ritiene che l’obbligo del green pass sia praticabile solamente dinnanzi ad un sensibile aumento dei contagi, per scongiurare nuove chiusure e restrizioni, ma che questa debba essere affiancata alla gratuità dei tamponi, condizione ritenuta fondamentale. Matteo Salvini ha definito “folle” la possibilità che “per recarsi a prendere un cappuccino sia necessario il tampone“, e ha affermato che la questione dovrà essere presa in esame “se e quando ce ne sarà la necessità, senza terrorizzare la gente prima del tempo“. La ministra per la Coesione territoriale Mara Carfagna si è espressa a favore dell’uso del green pass per viaggi aerei, discoteche e altre situazioni dove il rischio che si formino assembramenti è elevato, mentre ha espresso scetticismo nel caso dei bar e dei ristoranti, “dove le regole a tutela della salute pubblica soo state sempre rispettate“.

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