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Eolico offshore con il vento in poppa: boom di nuove connessioni nel Mezzogiorno e nelle Isole

Nel corso del 2022, le richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale per nuovi impianti rinnovabili hanno raggiunto il valore complessivo di 300 GW di potenza (di cui il 37% da fonte solare e il 56% da fonte eolica). Un dato significativo, pari a oltre 4 volte il fabbisogno di 70 GW di nuova capacità rinnovabile necessario per raggiungere i target climatici definiti dal nuovo pacchetto legislativo UE Fit-for-55 al 2030. Lo ha riferito Terna, anticipando il rilascio della soluzione tecnica di connessione a tutti i nuovi impianti di eolico offshore, per una potenza complessiva di circa 95 GW (oltre il 200% in più rispetto a quelle pervenute a dicembre 2021), che hanno richiesto, entro il 31 ottobre, l’allaccio alla rete di trasmissione nazionale.

L’operatore di rete ha recentemente fatto il punto della situazione sul contesto normativo, sull’evoluzione, sullo stato di avanzamento e sulla distribuzione geografica dell’eolico offshore che sta trovando sempre maggior sviluppo nei mari italiani, grazie anche al progresso tecnologico maturato sul mercato internazionale. Un importante passo in avanti che trova dunque conferma nelle richieste di nuova connessione: circa l’80% di queste è localizzato nelle regioni del Mezzogiorno e nelle isole maggiori. In particolare, si rilevano circa 24 GW in Sardegna, 19 GW in Sicilia e 4 GW in Calabria.

Più in generale, guardando alla domanda di energia elettrica italiana, nello scorso mese di novembre le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 7,3 miliardi di kWh, coprendo il 29,3% della domanda (contro il 27,7% del novembre 2021), con le seguenti variazioni rispetto a novembre dello scorso anno: fotovoltaico +31%, eolico +12,2%, idrico -18,8% e geotermico -1,3%. In particolare, il 22 novembre 2022, in una settimana caratterizzata da elevata ventosità, è stata registrata la giornata con la maggior produzione eolica dal 2018. La produzione delle fonti rinnovabili è stata così suddivisa: 30,8% idrico, 26,3% eolico, 20,3% biomasse, 16,6% fotovoltaico e 6% geotermico. In forte calo, invece, la produzione di energia termica (-18,9%).

Un quadro, quello relativo all’eolico offshore, che registra una netta crescita anche di consenso come testimoniano i dati del 20° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la Green&Blue economy”, presentato il 28 novembre a Roma nel corso del convegno “Mediterranean Day: le best practice Made in Italy per la tutela del mare” organizzato da Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi, con la Main partnership di Renexia e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale. L’evento è stato promosso nell’ambito dell’Agenda ufficiale delle iniziative che celebrano la Giornata del Mediterraneo, istituita dall’Unione per il Mediterraneo. In particolare, la nuova rilevazione ha fornito un importante aggiornamento, in una fase delicatissima per il nostro Paese, sulle opinioni degli italiani in materia di indipendenza e sicurezza energetica. Ben l’84% degli intervistati (+6% rispetto al precedente Rapporto) ritiene infatti importante per l’Italia incentivare l’eolico offshore e il 58% lo giudica positivo a patto che si rispetti la fauna marina, che si salvaguardino le rotte degli uccelli migratori e che si sostenga l’economia locale.

Da questo punto di vista, intervenendo al convegno, Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia, ha confermato che la creazione di un nuovo modello di imprenditoria è possibile, “un metodo basato sull’inclusività e la sostenibilità e questo comporta il rispetto dei territori e la condivisione con le economie locali di ogni progetto; sin dalla nascita, come nel caso di MedWind, il primo parco eolico offshore flottante del Mediterraneo di grandi dimensioni”. Rispetto all’energia prodotta da combustibili fossili, quella solare (87%) ed eolica (77%) vengono giudicate più compatibili con l’ambiente e meno costose (19% e 20%). In particolare, l’eolico viene considerato più sicuro (79%). Con riferimento ai dati presentati il 28 novembre, “la ricerca mostra l’importanza di un dialogo continuo anche con i cittadini, che dimostrano di avere una consapevolezza crescente sul ruolo delle energie da fonti pulite – ha evidenziato Toto – È un percorso importante che tutti gli addetti ai lavori devono sostenere per ottenere un consenso diffuso e partecipativo alla transizione energetica”.

In conclusione, leggendo ulteriori dati contenuti nel Rapporto, per il 76% degli italiani è prioritario aumentare la produzione da fonti rinnovabili, in particolare solare ed eolico offshore, per garantire energia al Paese senza aggravare ulteriormente la crisi climatica. La scienza è chiara: per mitigare gli effetti più catastrofici del cambiamento climatico, le emissioni devono essere ridotte di circa la metà entro il 2030 e raggiungere lo zero netto entro il 2050. Per puntare a questo obiettivo, occorre porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili e investire in energia pulita, accessibile, conveniente, sostenibile e affidabile. L’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) stima che entro il 2050 il 90% dell’elettricità mondiale potrà provenire da energie rinnovabili. Emerge dunque la necessità di avviare nuove sinergie ed orientare nuovi investimenti nella ricerca, nelle competenze e nell’innovazione per favorire impianti rinnovabili in coesistenza con il paesaggio e nel pieno rispetto della biodiversità.

Una transizione ecologica e digitale in cui le nuove tecnologie e l’attenzione alla sostenibilità sono cruciali per mantenere alta la competitività e la solidità del sistema imprenditoriale italiano di fronte alle prossime sfide energetiche. Guarda il servizio video dedicato alla presentazione 20° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la Green&Blue economy”:

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