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CRESCE NUMERO DEGLI ACCORDI PER IMPIANTI SOLARI ED EOLICI IN UE, MA IN ITALIA SI VA A RILENTO.

Gli sviluppi di grandi investimenti verso l’elettricità green in Europa corrono, come per l’esempio di Johnson&Johnson che grazie all’accordo paneuropeo con Enel Green Power Spagna, ha sottoscritto tre diversi Virtual power purchase agreement (VPPA) in Europa, confermando cosi il raggiungimento dei suoi obiettivi del 2025 del 100% del suo fabbisogno di energia elettrica soddisfatto da fonti rinnovabili.

Nel dettaglio i tre VPPA pretendono la generazione di 104 megawatt provenienti da un mix di progetti eolici (on-shore e off-shore) e solare.

Si tratta di un sostanziale investimento in grado di ridurre l’emissione di anidride carbonica pari a quanto ne produrrebbero 41 mila automobili o 82 mila case. 

Si tratta di grandi investimenti che avranno come unico scopo la migrazione verso una produzione di prodotti a emissioni zero facenti parte del business di Johnson&Johnson (farmaceutico, medicale e consumistico). 

Per quanto riguarda i grandi investimenti in Italia, Eni è riuscita ad aggiudicarsi l’asta per i 256 aerogeneratori del fondo Glennmont per un totale di 13 campi eolici. Un grandissimo investimento che testimonia come l’interesse per il settore sia crescente ma che la voglia di investire in nuovi impianti di produzione italiani non ha lo stesso tasso di crescita a causa delle molte problematiche legate alla poca chiarezza delle tutele paesaggistiche scarsa apertura al dialogo di alcune delle parti interessate. Ne è esempio l’impianto MeDWos, progetto che fa capo alla società specializzata in impianti energetici di fonti rinnovabili Renexia, a largo del canale di Sicilia, per il quale non si placano le proteste dei pescatori nonostante l’apertura all’ascolto da parte della società costruttrice.

L’impianto ha una valenza strategica nella transizione energetica del Paese: da solo produrrebbe energia per  3,4 milioni di famiglie. Le pale saranno distanziate l’una dall’altra di 3,5 chilometri e costruite tramite il sistema floating: non saranno infisse nel fondale, ma ancorate. Ciò permetterà al progetto di essere meno invasivo possibile.  L’area di costruzione è stata scelta anche in base a specifici canoni di profondità. La distanza di una sessantina di chilometri dalle coste siciliane servirà inoltre ad evitare inquinamento acustico e visivo, ma non solo. È  appositamente pensata per non ostacolare il traffico marittimo umano (commerciale e turistico) e animale. Le strutture saranno progettate in modo da poter accogliere e far riposare gli uccelli migratori che compiono lunghissimi tragitti senza mai posarsi. I crostacei saranno monitorati da radar e telecamere, in modo da osservare i loro spostamenti.

Lo stesso impianto ha ricevuto l’approvazione di  numerose associazioni ambientaliste e di tutela degli animali grazie a numerose tecnologie che permettono un costante monitoraggio della zona interessata ed è tuttora in in fase di verifica della documentazione presso il Ministero della Transizione Ecologica. 

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