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Latitante arrestato nel leccese, è accusato di associazione mafiosa
LECCE (ITALPRESS) – Boss latitante catturato in provincia di Lecce, era ricercato dal 2023. Nell’ambito di un’articolata attività investigativa della Direzione Distrettuale Antimafia, gli agenti della Polizia di Stato e della Sisco di Lecce, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno arrestato un latitante, classe ’81, indicato come esponente apicale del clan mafioso Tornese – Padovano, operante nei territori di Monteroni e Gallipoli. Il ricercato, resosi irreperibile dal maggio 2023, era destinatario di una misura cautelare in carcere emessa dalla Sezione Riesame del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Dda, in quanto gravemente indiziato, tra gli altri reati, di associazione mafiosa, ed in particolare di essere componente del clan Tornese, nonché anello di congiunzione con il Clan Padovano.
Infatti, come è emerso da alcune inchieste giudiziarie, il clan Tornese, sia per una storica alleanza che per motivi di “comparanza” con il clan “Padovano”, avrebbe esteso la sua influenza nel territorio di Gallipoli, tramite l’indagato, che, operando come referente dei due clan, ne avrebbe rappresentato gli interessi in relazione al controllo delle attività economiche sul territorio, sottoposte a pressioni dalle citate organizzazioni criminale. Il latitante inoltre, nel medesimo procedimento, risulta gravemente indiziato in concorso di estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose nei confronti di un operatore economico del territorio, obbligato a corrispondere, sotto pesanti minacce, la somma di oltre 60 mila euro. Nel corso della perquisizione del casale di campagna, tra Taviano e Racale, dove si nascondeva, gli investigatori hanno trovato numerose munizioni, nonché documenti falsi validi per l’espatrio. vbo/gtr
(Fonte video: Polizia di Stato)
Infatti, come è emerso da alcune inchieste giudiziarie, il clan Tornese, sia per una storica alleanza che per motivi di “comparanza” con il clan “Padovano”, avrebbe esteso la sua influenza nel territorio di Gallipoli, tramite l’indagato, che, operando come referente dei due clan, ne avrebbe rappresentato gli interessi in relazione al controllo delle attività economiche sul territorio, sottoposte a pressioni dalle citate organizzazioni criminale. Il latitante inoltre, nel medesimo procedimento, risulta gravemente indiziato in concorso di estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose nei confronti di un operatore economico del territorio, obbligato a corrispondere, sotto pesanti minacce, la somma di oltre 60 mila euro. Nel corso della perquisizione del casale di campagna, tra Taviano e Racale, dove si nascondeva, gli investigatori hanno trovato numerose munizioni, nonché documenti falsi validi per l’espatrio. vbo/gtr
(Fonte video: Polizia di Stato)