Ambiente

Il report di Falck Renewables sui prezzi dell’energia evidenzia uno scenario più ottimistico

Falck Renewables, play in Europa nel settore delle energie rinnovabili, ha presentato alla Fiera Key Energy di Rimini il report dei prezzi dell’energia relativo agli ultimi quattro mesi (luglio-ottobre 2022).

Dopo un primo semestre molto difficile, il quadro che emerge da questo nuovo report fa ben sperare, anche se le tensioni sul comparto energia rimangono elevate. Tre fattori hanno disegnato uno scenario che pochi analisti si sarebbero aspettati anche solo un paio di mesi fa:

  • l’inaspettata sovrabbondanza di gas in Europa, dovuta alla corsa per raggiungere i livelli prefissati di stoccaggi senza utilizzare il gas russo;
  • la forte riduzione della domanda, data da temperature rimaste miti fino ai primi giorni di novembre;
  • la riduzione del consumo industriale a seguito dei primi rallentamenti dell’economia europea.

Il prezzo del gas sta infatti scendendo, e di conseguenza il PUN (il prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana), che è passato da una media di agosto di circa 543 €/MWh a una media di ottobre di 211 €/MWh, raggiungendo in alcuni giorni livelli inferiori ai 100 €/MWh. Dovremo però aspettare l’arrivo dei mesi più freddi per capire se il sistema gas ed energetico europeo possa dirsi al sicuro per tutto l’inverno e se sarà in grado di garantire una relativa stabilità del mercato.

“Nonostante le tensioni geopolitiche tra Russia e Occidente continuino a influenzare il prezzo delle commodity energetiche, la leva che il Cremlino ha a disposizione per esercitare pressione sull’Europa si affievolisce sempre più” si legge nella nota stampa. Ad oggi, infatti, resta attiva solamente la condotta Yamal-Europe, che registra un flusso di 300 GWh/giorno, mentre l’Europa ha provveduto per tempo a trovare vie di approvvigionamento alternative che, sebbene maggiormente costose, hanno permesso di neutralizzare gli effetti della strategia russa.

Un altro fattore che ha contribuito alla discesa dei prezzi dell’energia, in base al report, è il costo dei certificati di emissione evitata (CO2): dopo aver raggiunto il valore di 100 €/ton ad agosto, questi sono gradualmente scesi, assestandosi a 68 €/ton dopo la metà di ottobre. La riduzione del prezzo è da ricercare nella minore domanda data dal generalizzato rallentamento dell’economia europea.

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay 

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