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Eolico offshore: il Mare del Nord sarà la “più grande centrale elettrica verde d’Europa”

Nove Paesi europei firmano la dichiarazione congiunta per incrementare nell’area l’energia eolica offshore di 300 GW entro il 2050. Italia leader dell’eolico offshore nel Mediterraneo: il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha visitato Beleolico, l’impianto realizzato nel Golfo di Taranto da Renexia.

Nove Paesi europei si sono impegnati a moltiplicare di otto volte la capacità dei parchi eolici offshore nel Mare del Nord entro il 2050, trasformandoli in quella che per la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sarà presto la centrale energetica green dell’Europa.

La dichiarazione di Ostenda si pone l’obiettivo di produrre congiuntamente almeno 120 GW di energia eolica offshore entro il 2030 e almeno 300 GW entro il 2050, e segue l’obiettivo di produrre 150 GW di energia nel Mare del Nord entro il 2050, fissato lo scorso anno, da Belgio, Danimarca, Germania e Paesi Bassi. Si raddoppia l’ambizione precedente con il coinvolgimento altri cinque Paesi: Irlanda, Francia, Lussemburgo e i non UE Norvegia e Regno Unito. Accanto ai progetti eolici, la dichiarazione guarda anche allo sviluppo di un mercato e di un’infrastruttura per l’idrogeno verde come primo corridoio d’Europa.

Osservando che l’UE ha 200 GW di capacità eolica installata, di cui solo 15 GW offshore, l’obiettivo dichiarato è quello di realizzare un’Europa più verde e indipendente dal punto di vista energetico. La dichiarazione guarda anche oltre il Mare del Nord, verso l’Oceano Atlantico, il Mare Celtico e il Mare d’Irlanda, accelerando la diffusione delle energie rinnovabili e della connettività offshore in queste aree.

Tuttavia, l’industria eolica in Europa è in difficoltà, con i maggiori produttori di turbine che oggi opererebbero in perdita, secondo quanto afferma WindEurope. Per la federazione che rappresenta l’industria europea dell’energia eolica, ciò sarebbe dovuto alla lentezza delle autorizzazioni, ai problemi della catena di approvvigionamento, alla concorrenza internazionale e alle aste mal progettate che guidano una corsa al ribasso. In base alle stime fornite dalla società di classificazione DNV, il costo livellato dell’energia scenderà ad una media globale di 40 USD (36,72 EUR) per MWh nel 2050, se la tecnologia supererà appunto le sue principali sfide: costi e fiducia.

Proteggere i parchi eolici offshore dal rischio sabotaggio

Tutti i leader europei coinvolti hanno riconosciuto l’entità del compito, che richiederà massicci investimenti. È stata inoltre sottolineata la necessità di proteggere i parchi eolici offshore europei dal rischio di sabotaggio e spionaggio, a seguito delle segnalazioni di navi spia russe nel Mare del Nord e dal danneggiamento dello scorso anno ai gasdotti Nord Stream. Il tema dell’energia si sta pertanto sempre più configurando come argomento geopolitico e i Paesi si adopereranno per standardizzare le infrastrutture, al fine di garantire che i parchi eolici del Mare del Nord possano essere realizzati più velocemente e con minore incidenza di costi.

Da parte loro, Paesi Bassi e Gran Bretagna hanno annunciato piani per il più grande collegamento elettrico transfrontaliero d’Europa collegato a un parco eolico offshore, mentre UE e Norvegia si sono impegnate a sviluppare infrastrutture per catturare e immagazzinare CO2 dai giacimenti di gas esauriti del Mare del Nord. La Gran Bretagna conta 45 parchi eolici offshore che producono 14 GW, con piani per espandere la capacità a 50 GW entro il 2030. La Germania ha 30 parchi eolici che producono 8 GW, seguita dai Paesi Bassi con 2,8 GW; Danimarca e Belgio, entrambi con 2,3 GW. La Francia mira a espandersi fino al target di 40 GW entro il 2050. 

La visione politica alla base della dichiarazione di Ostenda è che l’energia eolica offshore sarà probabilmente la principale fonte di produzione di energia rinnovabile tra il 2030 e il 2050, molto più rilevante dell’energia solare. L’investimento necessario per garantire il raggiungimento degli obiettivi di energia eolica nel Mare del Nord è enorme: l’UE ha recentemente calcolato che sarebbero necessari 800 miliardi di euro per raggiungere 300 GW entro il 2050.

Wind Europe ritiene che le ambizioni del vertice siano sì realizzabili, ma ha evidenziato che per adesso le politiche, i finanziamenti e i meccanismi non siano all’altezza. Oggi l’Europa può produrre 7 GW di turbine eoliche offshore all’anno. Per seguire il percorso di espansione delineato nella dichiarazione di Ostenda, l’Europa deve produrre 20 GW all’anno entro la seconda metà di questo decennio. Ciò significa aumentare la capacità e la rete eolica offshore del futuro. Oggi i parchi eolici offshore dispongono tradizionalmente di connessioni point-to-point a terra, fornendo elettricità rinnovabile solo a un punto di approdo a terra, ma in futuro i parchi eolici offshore ibridi fungeranno da interconnettori tra i Paesi e forniranno la loro elettricità a più mercati. Secondo quanto afferma la federazione, “una rete eolica offshore interconnessa e a maglie distribuirà l’elettricità in modo più efficiente, migliorerà la sicurezza dell’approvvigionamento, abbasserà i costi dell’eolico offshore e ne ridurrà l’impatto sulla biodiversità marittima”.

Beleolico di Renexia: la visita del Vicepresidente della Commissione Europea, Timmermans

Gli investimenti da soli non bastano. Sono i governi nazionali, in particolare, che dovranno sostenere la creazione della base di competenze necessarie. La forza lavoro eolica offshore in Europa dovrà crescere dagli 80.000 di oggi a 250.000 entro il 2030, creando un urgente bisogno di programmi di formazione e riqualificazione. Le dichiarazioni di Wind Europe riguardano anche i meccanismi di finanziamento, la struttura delle aste, la politica industriale e la struttura del mercato dell’elettricità. Tutti questi punti sono fondamentali per sbloccare gli investimenti necessari a realizzare le ambizioni dell’eolico offshore a livello nazionale e, di conseguenza, in Europa.

In tema di best practice in campo eolico offshore, nei giorni scorsi il Vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha visitato Beleolico, il primo parco eolico marino del Mediterraneo attivo nel Golfo di Taranto. Sulla banchina del molo polisettoriale lo ha accolto Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia, la società che ha realizzato l’impianto, il quale ha avuto modo di raccontare a Timmermans l’impegno profuso per il completamento di un’opera che concretamente sta dando al capoluogo jonico un ruolo primario nel processo di transizione energetica del Paese.

“Beleolico è il primo esempio che un nuovo modello industriale è possibile, più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale e che oggi già sta dando i suoi frutti fornendo energia pulita per il Porto di Taranto. Ne è conferma la speciale attenzione che il vicepresidente Frans Timmermans ha voluto riservare al progetto” ha commentato Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia, a margine della visita.

Foto di cortesia: Renexia

Presenti all’incontro anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il vicesindaco Fabrizio Manzulli e alcuni ricercatori del Jonian Dolphin Conservation, partner di Renexia con il quale è stato definito un importante protocollo per il monitoraggio dei cetacei, sia durante l’installazione delle turbine sia nell’attuale fase in cui il parco è a regime.

In copertina: foto di Andrew Martin da Pixabay 

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