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Dagli scarti alimentari alla bioenergia. Il progetto di CAP

Gli scarti alimentari diventano bioenergia per alimentare il depuratore di Robecco sul Naviglio. Milano Ristorazione, società partecipata del Comune di Milano che dal 2001 fornisce il servizio di ristorazione a nidi, scuole d’infanzia, primarie, secondarie di primo grado e a strutture a servizio degli anziani, e Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato dei Comuni della Città metropolitana di Milano, hanno dato vita a un accordo in ottica di economia circolare per valorizzare i grassi di scarto del centro produzione pasti di via Sammartini a Milano, da convertire, grazie all’impiego dei biodigestori anaerobici, in energia elettrica e termica, utile per alimentare i processi e le attività dell’impianto che serve i cittadini dell’alto milanese.

“L’accordo con Milano Ristorazione è uno dei progetti del nostro Green New Deal, col quale intendiamo contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio lombardo all’insegna della decarbonizzazione e della transizione ecologica – spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. In quest’ottica gli scarti agroalimentari ci permetteranno di trasformare i nostri depuratori in bioraffinerie, dove produrre biogas e biometano. Gestiamo 40 depuratori che grazie a sinergie industriali come queste stanno diventando fabbriche verdi, dove il recupero di acqua trattata da impiegare in agricoltura fa rima con energia pulita prodotta dai rifiuti, ma anche con cellulosa, sabbie, fosforo e azoto, sottoprodotti del processo di depurazione convertiti in materie prime da reimpiegare nella produzione”.

Il progetto pilota, della durata di due anni, nasce dal comune interesse delle due aziende ad approfondire lo sviluppo e l’applicazione di processi e tecnologie nel campo energetico e ambientale, con un’attenzione particolare alla valorizzazione di rifiuti di origine agroalimentare, al fine di aumentare l’integrazione e la simbiosi industriale tra le infrastrutture urbane locali e accelerare le politiche di riconversione circolare previste nella città di Milano e nel milanese.

Il progetto è stato validato dal Politecnico di Milano che, su incarico di CAP, ha testato in fase preliminare la tipologia di grassi utilizzati certificandone il loro grado di biodegradabilità e quindi l’idoneità a essere trattati nei biodigestori. Per chiudere il cerchio, semestralmente la water utility provvederà a fornire una Carbon Footprint delle attività e dei processi, stimando l’energia prodotta e la CO 2 risparmiata, al fine di identificare i benefici dell’operazione in termini di circular economy.

Dopo la fase di sperimentazione che porterà a Robecco fino a 100 tonnellate all’anno di materiale di scarto, l’idea per il futuro è quella di incrementare le quantità, o ancora di integrare ulteriori tipologie di rifiuti provenienti dai diversi centri produzione pasti di Milano Ristorazione. Una sfida in linea con le strategie di Food Policy definite dal Comune di Milano con l’Expo 2015 per rendere più equo e sostenibile il sistema alimentare di Milano, e che sposa alla perfezione gli obiettivi di sostenibilità che Gruppo CAP, azienda che da oltre 90 anni opera sul territorio del milanese, sta mettendo in atto già da anni.

Gruppo CAP, secondo uno studio effettuato da Kyoto Club, utilizzando i biodigestori anaerobici già presenti nei depuratori, può convertire in energia pulita 107 tonnellate di scarti organici, arrivando ad alimentare fino a 39.000 tra veicoli, mezzi aziendali e trasporti pubblici: 2,5 volte il numero di auto circolanti alimentate a metano nella Città metropolitana di Milano.

(ITALPRESS)

Immagine di copertina: Albero foto creata da jannoon028 – it.freepik.com

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