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39 centrali eoliche in arrivo lungo le coste italiane. L’era delle Rinnovabili ha inizio. Ecco dove e come.

La COP 26, terminata il 12 novembre ha lascito l’amaro in bocca per molti ma, per fortuna, non tutti. A Glasgow si è parlato tra le altre cose anche di eolico offshore, attualmente sfruttato nell’oceano atlantico al largo delle coste portoghesi (eolico offshore galleggiante) e per il quale in Italia ci sono allo studio 39 progetti  che aspettano ancora di essere approvati. La loro realizzazione comporterebbe una produzione di energia pulita (senza emissione di fumi)  che l’Italia cerca pari a 17mila megawatt. 

Le zone individuate e che sarebbero interessate per la realizzazione di tali progetti sono le coste della Romagna, Puglia, Calabria, Sardegna, Lazio, Toscana e Sicilia dove dovrà sorgere il più grande parco off-shore di tipo floating d’Europa progettato dalla società Renexia SPA.

Al 31 Agosto Terna Spa ha provveduto al censimento delle 39 proposte avanzate dagli investitori con le quali chiedono di immettere nella rete energia per  un totale di 17mila megawatt provenienti dalle centrali eoliche da posare alcune al largo in mezzo al mare, altre sottocosta ed infine altre galleggianti (qualora venissero approvati tali progetti). Allo stato attuale in Italia non esistono centrali eoliche in mare. Lo studio è stato effettuato sui 39 progetti solo sulla carta. Solo un progetto si sta attualmente realizzando ed è quello davanti le coste del tarantino in Puglia ad opera sempre della società Renexia. Piloni ed eliche sono pronte da montare a ridosso della spiaggia. 

Diversa è la situazione nel resto dell’Europa, dove 12mila megawatt sono attualmente prodotti dalle eoliche nei mari con obiettivo di raggiungere una produzione di 60mila megawatt entro il 2030 e 300mila per il 2050. Consistente è il piano finanziario messo a disposizione, si parla di circa 800 miliardi di euro. Il piano Nazionale Italiano per l’energia ed il clima ad oggi prevede appena 900 megawatt al 2030. Per quanto concerne l’Italia la collocazione dei 39 parchi eolici sarebbe così suddivisa: 12 nel basso Adriatico (Puglia: dal Gargano a Santa Maria di Leuca), 6 tra Mar Ionio e Canale di Sicilia, 8 nella Sardegna meridionale (Cagliaritano e le coste dell’Iglesiente), 7 fra Sardegna e Toscana (Elba compresa); 6 davanti alla Romagna (vedasi progetto Agnes della Saipem). Il collocamento per la rete di alta tensione (30,5%) riguarderebbe progetti i cui piloni possono essere piantati sul fondo mentre il restate galleggerebbe su mari profondi con relativo ancoraggio per non andare alla deriva. Coordinata dal capo di gabinetto del ministero della Transizione, Roberto Cerreto si è tenuta una riunione a fine settembre sugli impianti eolici offshore galleggianti. Lo scopo della riunione era quello di sondare l’interesse dopo la pubblicazione di un avviso pubblico emanato il 25 giugno scorso. 64 sono state le manifestazioni di interesse: 55 da imprese, 3 da associazioni ecologiste (WWF, Legambiente e Greenpeace) e 6 da associazioni di settore e università ( Anev , Elettricità futura , CNA, Cgil, Politecnico di Torino, Owemes ).

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