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Brasile: indigeni alla Corte Penale Internazionale contro Bolsonaro per crimini di genocidio e ecocidio

Per la prima volta, le tribù indigene denunciano l’incapacità del sistema giudiziario brasiliano e si rivolgono alla Corte penale internazionale.

Le tribù indigene del Brasile stanno contrattaccando le “politiche anti-indigene” del presidente Jair Bolsonaro. L’associazione dei popoli indigeni APIB ha chiesto, lunedì 9 agosto, alla Corte Penale Internazionale di aprire un’inchiesta sulle azioni del capo di Stato.

Rappresentando lo 0,5% dei 212 milioni di brasiliani, le tribù indigene in Brasile si sono già rivolte alla Corte contro Bolsonaro, ma questa è la prima volta che lo fanno con avvocati indigeni, ha affermato l’APIB in una nota, che riunisce varie organizzazioni regionali che combattono per la difesa dei diritti indigeni.

“Riteniamo che in Brasile siano attualmente in corso azioni che costituiscono crimini contro l’umanità, genocidio ed ecocidio”, scrive l’APIB. “In considerazione dell’incapacità dell’attuale sistema giudiziario in Brasile di indagare, imprigionare e processare i responsabili di questi atti, denunciamo queste azioni davanti alla comunità internazionale” ha affermato Eloy Terena, coordinatore legale dell’APIB.

L’APIB si basa su rapporti delle organizzazioni indigene, documenti ufficiali, ricerche accademiche e rapporti tecnici che, secondo le accuse, “dimostrano che una politica chiaramente anti-indigena e sistematica è stata pianificata e attuata. attuata sotto la guida di Bolsonaro” da quando è salito al potere nel gennaio 2019, e in particolare durante la pandemia di coronavirus.

Jair Bolsonaro ha sostenuto l’apertura delle terre indigene e delle aree protette dell’Amazzonia – già gravemente colpite dalla deforestazione e dalla prospezione mineraria illegale – allo sfruttamento delle risorse naturali, attirando una valanga di critiche in Brasile ma anche nell’estero.

Le incursioni di minatori e taglialegna artigianali sarebbero uno dei primi fattori della contaminazione delle comunità indigene con il coronavirus, che ha causato 1.166 morti e oltre 57.000 contagi tra i quasi 900.000 nativi, secondo l’APIB.

Negli ultimi mesi, con il peso delle lobby dell’agrobusiness in Parlamento, sono state presentate diverse proposte di legge ritenute molto minacciose dagli indigeni. Uno di questi, già approvato dalla Camera dei deputati e che deve essere presentato al Senato, modifica le norme esistenti di delimitazione delle terre indigene.

Lo scorso gennaio, Raoni Metuktire, difensore della foresta pluviale amazzonica, aveva già chiesto alla Corte Penale Internazionale di indagare per “crimini contro l’umanità” contro Jair Bolsonaro, accusato di “perseguitare” le popolazioni indigene distruggendo il loro habitat e violando i loro diritti fondamentali.

Fonte: Le Monde

Immagine di copertina: Albero foto creata da wirestock – it.freepik.com

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