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25 ottobre, World Pasta Day: fiore all’occhiello del made in Italy!

Il 25 ottobre è la Giornata mondiale della Pasta. La celebrazione è stata istituita nel 1995, quando 40 produttori di pasta di tutto il mondo si sono riuniti al primo Congresso mondiale sulla specialità simbolo della cucina italiana. Da allora, ogni anno si rende omaggio a uno degli alimenti più deliziosi e versatili che l’agroalimentare e l’arte culinaria conoscano. Che siano spaghetti, rigatoni, penne o pappardelle la pasta resta un punto di riferimento mondiale per i buoni palati e per la cultura del made in Italy sempre più apprezzata a livello globale.

L’Italia, non poteva essere altrimenti, si conferma di gran lunga il paese leader a livello internazionale, dove si producono 3,9 milioni di tonnellate di pasta. Il valore della produzione di pasta nel mondo supera i 20 miliardi di euro, di cui circa un quarto del fatturato è realizzato nel Belpaese. La filiera conta 120 imprese, oltre 10mila addetti e circa 200mila aziende agricole italiane impegnate a fornire grano duro di altissima qualità. Lo rivelano i dati della Coldiretti, divulgati in occasione di Tuttofood a Milano, secondo cui le esportazioni della pasta nostrana raggiungeranno il valore di 2,9 miliardi, con un aumento del 7% rispetto al periodo pre Covid.

Il nuovo studio censisce i formati della pasta sono più di 300: oltre alle varietà tradizionali si sono aggiunte quelle realizzate con l’integrale, il gluten free, con farine alternative o legumi. Non solo, perché oggi assistiamo anche alla riscoperta di grani antichi, come il Senatore Cappelli, la Timilia, il Saragolla e altre varietà che hanno fatto la storia del nostro Paese.

Con la pandemia gli italiani sono tornati anche a fare la pasta in casa con quattro famiglie su dieci (41%) che hanno assaporato questo ritorno alla tradizione di un tempo. Tagliatelle, tortellini, lasagne, ravioli: la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani. Seguendo l’esempio delle sfogline, le artiste del mattarello che da secoli impastano e creano i diversi formati di pasta, semplice o ripiena, in grado di raccontare le bontà dei territori.

Stando ai dati di Coldiretti, l’Italia resta il paese con il più elevato consumo di pasta con 23,5 chilogrammi a testa contro i 17 della Tunisia, seconda in questa classifica, seguita da Venezuela (15 kg), Grecia (12 kg), Cile (9,4 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina e Turchia a pari merito (8,7 kg). Stime che testimoniano quanto questo prodotto tipico del made in Italy abbia estimatori a ogni latitudine del mondo.

Sempre all’estero è destinato il 62% della produzione nazionale di pasta. In testa alla classifica dei principali importatori ci sono Germania, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Giappone, cinque paesi che assorbono da soli oltre metà dell’export delle aziende italiane, mentre i mercati in rapida crescita sono Cina, Canada, Spagna e Arabia Saudita.

Nella foto di copertina una sfoglina: immagine di cortesia / Coldiretti.

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